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12 Gennaio 2015
IL COLPO DI FRUSTA NELLA VISIONE OSTEOPATICA
Di cosa parliamo quando diciamo di aver subito "un colpo di frusta"? Il dott. Emiliano Zanier ce lo spiega in parole semplici e ci consiglia degli ottimi suggerimenti per la terapia con l'osteopatia.


La prima cosa che ci viene in mente quando pensiamo al colpo di frusta generalmente è l’immagine di un tamponamento automobilistico e le relative questioni salutistiche, nonché medico legali. Prima di prendere in considerazione il colpo di frusta automobilistico, va detto che ogni trauma che prevede un’accelerazione e una decelerazione, un movimento “a frusta” (vedi immagine sottostante), può rientrare in questa definizione.

Sbattere contro un ostacolo mentre si pattina o si sta sciando, cadere dalla bicicletta, scivolare per terra potrebbero pertanto essere annoverati tra tali disturbi. Il colpo di frusta, in caso di incidente automobilistico è un fenomeno traumatico molto complesso, che coinvolge non solo la colonna cervicale, come si pensa molto spesso, ma tutto l’asse cranio-vertebrale, compreso l’osso sacro e il bacino.

La variabile più importante che deve venir presa in considerazione infatti è se il colpo di frusta è stato previsto o meno, ovvero se c’è stato il tempo per la persona di prepararsi e irrigidire i muscoli per difendersi, nel qual caso il trauma presenta una componente muscolare importante, spesso però non molto grave. Se il trauma, invece, non viene previsto, possono avvenire lesioni a livello più profondo, in quanto le strutture di difesa passive (ossa e ligamenti) assorbono l’urto e il movimento a frustata si scarica cineticamente anche a livello delle strutture di sostegno del sistema nervoso (dura madre) e degli organi interni.

La colonna cervicale subisce un movimento rapido e violento di flessione ed estensione durante il colpo di frusta.
Questi semplici movimenti sono normalmente resi possibili dalla forma delle vertebre, dai legamenti che stabilizzano il complesso e dai numerosi muscoli che sono deputati anteriormente alla flessione e posteriormente all’estensione. Ciò che non è naturale e risulta lesivo, è l’intensità e la velocità del movimento del collo che avviene durante il colpo di frusta. Con tali caratteristiche, il movimento effettuato tende a sollecitare sia le diverse articolazioni che l’apparato muscolare.
Ovviamente dovremo tener conto delle caratteristiche del singolo incidente: esso è avvenuto in senso antero-posteriore? Lateralmente? La macchina ha sbandato?Ha ruotato su se stessa? Sarà importante prendere in considerazione pertanto tutte le strutture, compreso il tessuto nervoso, soprattutto nel caso di cervico-brachialgie e formicolii agli arti superiori, vertigini, nausee e dolore che dal collo si irradia verso la testa come un cappuccio o si manifesta nella zona degli occhi.

Occorre portare particolare attenzione al distretto cranio-cervicale poi, nel caso in cui la persona abbia sbattuto la testa contro il cruscotto, contro il volante o altri oggetti: in questo caso l’osteopatia, con la sua particolare attenzione alle dinamiche cranio sacrali e della mobilità di queste ossa può avere una marcia in più per affrontare i disturbi in tali aree.

Ancora, anche le spalle ed il costato necessitano di eventuale valutazione: in queste aree possiamo ritrovare strains dovuti alla trazione della cintura, che, oltre ad aver salvato la vita alla persona, può comunque aver creato un punto fisso nella “frustata”. La clavicola, lo sterno e le costole possono subire delle trazioni e delle compressioni così forti da essere vittime in taluni casi di fratture vere e proprie. Da non trascurare, soprattutto nell’ottica osteopatica, sono i disturbi a livello viscerale: se pensiamo di scuotere un barattolo avremo ripercussioni di tale movimento anche nel contenuto (visceri) e non solo nel vasetto contenitore (apparato muscolo-scheletrico). Anche in questo caso l’osteopatia, tramite l’approccio definito “osteopatia viscerale” si dedica alla manipolazione di tali strutture.

Da un punto di vista posturale, analizzando la cosiddetta verticale di Barré (che potremmo definire seppur approssimativamente il modo in cui appare l’assetto posturale guardando il paziente da dietro), il colpo di frusta si presenta spesso similmente a ciò che possiamo ritrovare di fronte ad uno squilibrio emozionale o ad un forte shock psico-emotivo (vedi postura D nell’immagine seguente). Ciò si giustificherebbe per il fatto che il tipo di perturbazione posturale in questi casi è tale da permettere scarse capacità compensative.

Infine, come sempre, desidero sottolineare che il trattamento del colpo di frusta deve essere affrontato con un’ottica multidisciplinare, a partire da un’accurata diagnosi medica e ove fosse necessario, un periodo di riposo, eventualmente con l’utilizzo di farmaci e di un collare ortopedico per mantenere protetto il collo sino a quando si rivelasse necessario (su prescrizione medica). Poi, già a partire dal primo mese postraumatico, sarà fondamentale l’approccio fisioterapico e quello osteopatico, come esposto in precedenza.

www.emilianozanier.com
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