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Design
21 Ottobre 2016
Alla scoperta del pittore Aldo Sergio
Sharon ha intervistato per noi Aldo Sergio, pittore emergente conosciuto anche a Vicenza grazie all'installazione "APPARIZIONE" nella Terrazza della Basilica Palladiana. Leggiamo insieme!

Il primo artista che ho deciso di presentarvi è salernitano, vive a Milano, ha 33 anni e una barba lunga che profuma di patchouli. E’ un pittore, un pittore paziente, che della tecnica esecutiva ne fa una firma, è riconoscibile, è pulito, è bravo.

La sua pittura è frutto di un lunghissimo studio, una pittura a strati, accurata, una pittura millesimata, fatte di lunghe attese e riflessioni.

Lui è Aldo Sergio.

 

Se ti chiedessi chi sei?

Ti risponderei semplicemente parte di Qualcosa.

 

Come e quando hai scoperto di avere un’attitudine artistica?

L’ho ri-scoperto verso i 13 anni. Da piccolo non sono andato all’asilo, passavo molto tempo nello studio di mio nonno. Lui dipingeva. Mi ricordo l’odore della sua pittura, l’odore del gesto della sua pittura. Ne sono tornato alla riscoperta attraverso il suo profumo: ritrovai i tubetti e provai ad usarli con l’acqua, ma niente; poi ho visto la ragia e da lì la magia.

Quel giorno dipinsi la Basilica di San Francesco d’Assisi.

 

Qual è il tuo difetto da umano e pregio d’artista?

Il mio pregio d’artista credo sia la mia pazienza nel lavoro, mentre il difetto forse la

“poca sciocchezza” nella vita.

 

I tuoi primi lavori indossavano un velo d’ironia malinconica, molto figurativi, con un’accezione formale sintetica e pulita, adesso invece ti sei spostato verso un’altra direzione, quella dei pixel, dove l’immagine sparisce completamente nel colore.

Ci descrivi questo processo nel tuo lavoro?

Negli ultimi anni ho sentito sempre più forte il bisogno di scomporre in qualche modo l'immagine. Il pixel è stato il pretesto, ovvero la maniera per creare delle scomposizioni “sottili”; se ad un primo sguardo il pixel sembrerebbe rispettare l'immagine nella sua completezza, un analisi più attenta invece, ci fa notare come in realtà ne modifichi radicalmente il contenuto.

Questo contrasto fra apparenza e sostanza è sempre stato fortemente presente nel mio lavoro.

 

E se per te l’arte fosse un pensiero definito, quindi una parola, quale sarebbe?

Compenetrazione.

 

Parlando un po’ dell’aspetto quotidiano della tua vita, cosa comporta essere un artista  soprattutto emergente?

E' necessario un grande sforzo interiore per rimanere con la mente al presente, senza essere distratti da favole del passato o peggio dai dubbi del futuro.

 

Ormai l’arte sembra essere arrivata ad un punto morto, principalmente a causa del sistema che essa comporta, cosa cambieresti di questo processo?

Il punto morto potrebbe essere dettato da un sistema dell’arte non completamente isolato ma parte di un più grande sistema economico e politico.

 

Immagina di sfogliare una rivista d’arte contemporanea tra 50 anni, cosa pensi leggerai?

Un ritorno alla primordialità del gesto. Si tornerà alla pittura, è da lì che veniamo.

 

Per seguire Aldo Sergio:
Instagram @aldo.sergio
info@aldosergio.it
www.aldosergio.it

Per seguire Sharon:
APART spaziocritico
Contrà Pedemuro S.Biagio 41 (vi)
info@apartspaziocritico.com
www.apartspaziocritico.com

 

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