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Lifestyle
01 Dicembre 2014
Time for Thanksgiving and giving thanks
Il post di oggi della nostra contributor Francesca Belluomini di chicfb ci fa rivivere il mese appena trascorso: a pensarci bene, Novembre non ha solo lati negativi, no?

Quando vivevo in Italia, novembre era il mese dei morti e dei santi, delle prime caldarroste al caminetto e di quando si doveva aver a che fare con i primi geli mattutini. Alle elementari si doveva imparare a memoria la poesia “Novembre” di Giovanni Pascoli che a un certo punto recitava: “di foglie un cader fragile. È l’estate, fredda, dei morti” che immortala lo scricchiolare delle foglie nei sentieri del bosco e a volte la sorpresa dell'estate Indiana quando ti ritrovi a fermarti come una lucertola a godere il raggio di sole che trapela dai rami dei castagni. Il novembre di quando ero piccola è riassunto in una serie di ricordi grigi e in quell’idea che in fondo non è ancora dicembre...

Novembre a Miami marca l’inizio dei festeggiamenti. In effetti le giornate sono corte, il sole si fa pallido e flebile, ma rende la spiaggia una tentazione quasi irresistibile, soprattutto quando alla mattina presto passi da South Bayshore Drive in Coconut Grove e gli scorci del mare ti cantano la canzone delle sirene mentre vai al lavoro.
Il terzo giovedì di Novembre è il giorno del Ringraziamento, la festa nazionale dedicata a inneggiare alla prosperità e a tirare fuori tutti i migliori sentimenti di gratitudine. La tradizione vuole che sia la festa in cui si viaggia di più in tutto l’anno: le famiglie si riuniscono ed i figli tornano dal college. L’atmosfera si può comparare a quella del nostro Natale, l’unica differenza che il focolare non è l’albero di Natale, ma il tacchino sfornato dopo cinque ore, mentre alla televisione sfila la Thanksgiving Parade di Macy’s, proprio come nel film “Miracolo sulla 34ma strada”.

Il venerdì dopo il giorno del Ringraziamento è conosciuto come il “venerdì nero”: a mezzanotte cominciano le svendite folli, il registratori di cassa e le carte di credito vanno in tilt, i websites dei grandi department stores finiscono in black out e le file di fronte alle porte d’ingresso iniziano a mezzanotte. La giornata finisce con record d’incassi e casi di gente ferita per essere stata travolta al momento dell’apertura delle porte.

Su una nota un po’ più leggera, l’ultimo weekend del mese è quando si fa l’albero di Natale e si mettono su tutti gli addobbi: luci, presepi e corone di pino. Così si accumulano i ricordi e le tradizioni di famiglia, a cominciare dalla fedeltà al solito Christmas tree patch, lo stesso tendone dove si comprano le zucche per Halloween e che non ti tradisce mai e ti vende l’albero così fresco che a volte ha ancora la neve ghiacciata sul puntale. Il tutto circondato da sole e 20 gradi, senza caminetti, guanti e sciarpe.

Infine, lo spirito del mese di novembre è dimostrare gratitudine sotto forma di una serie di eventi e gala organizzati da fondazioni e organizzazioni senza scopo di lucro per raccogliere fondi a favore delle loro cause. Tra i molti, il Give Miami Day è un’iniziativa speciale che da ormai cinque anni occupa le prime pagine dei giornali per le somme di donazioni che riesce a raccogliere in 24 ore: in un giorno solo un cluster di non-profit partecipa ad una maratona online che porta in profitto un totale di oltre cinque milioni di dollari. Una ultima cosa che succede a novembre: si accumulano tutti gli inviti per la mostra d’arte internazionale Art Basel, Design Miami, SCOPE, etc, etc, etc. Ma questa è già una nuova stora.

Alla prossima,
Francesca.
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